Al via la 119ma edizione del Giro di Lombardia, ultima classica Monumento, dominata nelle ultime quattro stagioni da Tadej Pogacar. Ma il re della “Corsa delle foglie morte” è Fausto Coppi, con cinque trionfi: dal 1954
Pogacar e Coppi, il fuoriclasse sloveno e il Campionissimo. Nessuno ha mai vinto cinque classiche-Monumento di fila, e oggi a Bergamo Pogacar può farcela nel Giro di Lombardia che, di tutte le corse, si identifica più di tutte con Fausto. Il Ghisallo, dove nel 1949 con Bartali e Magni portò la fiaccola nella piccola chiesetta dedicata alla Madonna protettrice dei ciclisti, era la sua salita. Coppi vince il Lombardia nel 1946, 1947, 1948 e 1949, e poi nel 1954, quando Aldo Moser, ventenne, fora a pochi chilometri dall’arrivo del Vigorelli e arriva in lacrime. Le stesse che verserà proprio Coppi nel 1956, quando il francese Darrigade in volata al Vigorelli gli negherà il sesto trionfo. Oggi, con la cinquina consecutiva, Pogacar potrebbe cancellare il primo record di Coppi.
la milano-sanremo della rinascita
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Ci sono due date che incastonano la carriera di Fausto Coppi e la rinascita del ciclismo in Italia dopo la Seconda guerra mondiale. Entrambe nel 1946 perché sì, e magari non è una notizia così nota, in quell’anno si tornò a correre nel nostro Paese la Sanremo e il Giro d’Italia, e il Giro di Lombardia si era disputato addirittura il 21 ottobre 1945. Il Tour de France si rialzò soltanto nel 1947. Ebbene: 19 marzo 1946, martedì, la 37a edizione della Milano-Sanremo. La Gazzetta dello Sport titola: “Orgogliosi di te. Sei soltanto una corsa di biciclette, ma…ci dici che c’è la volontà di vivere”. E in quel giorno di sole, con i corridori che sfilano tra città e paesi in macerie e ponte di barche per superare i fiumi, Fausto Coppi se ne va sul Turchino, in cima ha 150 metri di vantaggio, e qui comincia la fuga di 147 chilometri fino al traguardo di Corso Cavallotti. “In attesa del secondo, trasmettiamo musica da ballo”, dice alla radio Nicolò Carosio. Il secondo è il francese Lucien Teisseire, a 14’. Per la vittoria, Coppi aveva chiesto a Zambrini, il manager della Bianchi, un camion: l’avrà.
il primo successi al lombardia
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L’altra data è domenica 27 ottobre 1946. Il primo Giro di Lombardia dell’Italia repubblicana. Da Milano a Milano, dal Poligono di tiro dell’odierno Piazzale Accursio al Vigorelli: 231 chilometri, 129 partenti. Coppi aveva vinto la Sanremo, Bartali il Giro d’Italia, e adesso sono tutti e due qui, nella edizione numero 40 del Lombardia. L’azione decisiva sul Ghisallo, che Coppi scala a tempo di record: 27’03”, viene raggiunto da Casola e Michele Motta, e poi li stacca sul cavalcavia della Ghisolfa. A 27 anni conquista il suo primo Lombardia, la folla del Vigorelli urla “Fausto, Fausto”. Luigi Casola, il campione varesino che poi andrà a vivere a Città del Messico e ospiterà Francesco Moser per il suo record dell’Ora nel 1984, è secondo a 40”. Bruno Roghi, direttore della Gazzetta, inizia così il suo pezzo: “In apertura di stagione ha vinto a Sanremo la corsa dei mandorli in fiore… in chiusura a Milano la corsa delle foglie morte”.
il secondo trionfo
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Lombardia 1947, è il 26 ottobre, da Milano a Milano, traguardo all’Arena, 222 km, partono in 129. Il secondo trionfo di Coppi nasce con una fuga solitaria di 70 chilometri. Fausto riprende e stacca Magni prima di arrivare a Bellagio, ed è solo all’attacco della salita del Ghisallo. Coppi fora a 5 km dalla vetta, perde un minuto ma per i rivali non c’è storia. In vetta passa con 2’15” su Bartali e 3’15” su Magni. In maglia tricolore, sporco di fango, Coppi trionfa all’Arena: “Stavo proprio bene”.
l’impresa e il terzo trionfo
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Nel 1948 una delle azioni più grandi di Coppi per il tris al Giro di Lombardia: da Milano al Vigorelli, 222 km, 127 partenti. Stavolta i chilometri di fuga solitaria sono 84. L’azione nasce dopo il rifornimento di Asso, a Onno Coppi ha già 30” di vantaggio, divora gli 8,8 km della salita del Ghisallo in 25’20”, quasi due minuti in meno del suo record del 1946, in vetta ha 2’41” su Ortelli e Bobet. Osannato da un pubblico in delirio, Coppi entra al Vigorelli e precede Adolfo Leoni di 4’45”. Il nuovo direttore della Gazzetta, Emilio De Martino, scrive: “Pochi pensavano che la vittoria di Coppi risultasse così schiacciante”.
all in
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Nel 1949 Coppi è lo sport italiano. Che anno! Conquista Milano-Sanremo, Giro d’Italia, Tour de France (primo a fare la doppietta rosa-gialla nella stessa stagione), maglia tricolore, e adesso il poker al Giro di Lombardia. È il 23 ottobre, da Milano al Vigorelli, 222 km, 192 partenti. Stavolta resta solo nella discesa del Ghisallo a Barni, dove cade Pierre Molineris, che era al comando con lui. Mancano 65 chilometri al Vigorelli, con migliaia di persone che escono di casa, richiamate dalla diretta alla radio, si accalcano a bordo strada e lo accompagnano fino all’apoteosi nel Vigorelli. Qui le tribune vibrano per il tifo. Media record, 38,002 km/h, quattro vittorie al Lombardia come Alfredo Binda, ma quelle di Coppi sono consecutive. Alla Gazzetta, Fausto confessa: “La corsa non mi è sembrata più dura dell’anno scorso”.
la cinquina
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Poi Coppi arriva terzo nel 1950 (primo Renzo Soldani) e nel 1951 (primo il francese Louison Bobet), nel 1952 fora dopo neppure 50 chilometri, nel 1953 è assente, e nel 1954 conquista la cinquina. È il 31 ottobre, da Milano al Vigorelli, 222 km, 127 partenti. Un anno particolare per il Campionissimo, perché al Mondiale di Lugano 1953 si è svelata la Dama Bianca, Giulia Occhini. La vita privata prevale, Coppi fatica a pensare alle corse, ma si presenta comunque al via del Lombardia. Uno svolgimento strano, piove, in testa al Ghisallo è Chiarlone con 22” su Aldo Moser e 31” sul Campionissimo. Nessuno fa la differenza, ci sono ricongiungimenti vari verso Milano, e poi in pista al Vigorelli Coppi vince grazie a un rapportone, il 52×14, che sviluppa 7,93 metri a pedalata. Fiorenzo Magni è secondo, Aldo Moser (il pioniere della dinastia di Palù di Giovo, fratello maggiore di Francesco) è settimo. Coppi correrà ancora due volte il Giro di Lombardia: 11° nel 1955 a 24” dal vincitore Cleto Maule, e 2° nel 1956, battuto in volata da Darrigade, suo ex compagno alla Bianchi, quando era convinto di aver vinto. Adesso, dopo 71 anni, il suo record sta per cadere.
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